16 Set Visita di controllo: quanta paura!
Un aspetto che capita a diverse persone e che si acutizza soprattutto in alcuni periodi, come quello dopo le feste natalizie (o di altro tipo) è saltare la visita di controllo fissata tempo prima.
Normalmente, nel percorso dietetico e di rieducazione nutrizionale intrapreso insieme, ne fisso uno al mese, al massimo due se necessario.
Ma a volte, se per il paziente le cose non sono andate come si pensava, si decide di saltarla e spostarla il più lontano possibile nella speranza di riuscire a recuperare un po’ il danno prima di salire sulla maledetta bilancia. Ma perché questo è sbagliato?
Perché è necessaria la visita di controllo?
Per quasi tutti la parte più importante è data dal momento del rilevamento del peso sulla bilancia e viene vissuta come un momento di giudizio sul proprio comportamento e sul proprio corpo, ma lasciatemi dire che così non è.
Se tutto andasse liscio non ci sarebbe in realtà neppure bisogno della visita di controllo!
Spesso sopravviene anche un senso di vergogna nei miei confronti. Ma io non sono qui per giudicarvi: è la cosa più lontana dal mio essere e dal mio lavoro.
Il controllo non serve per dimostrare di essere stati bravi (se è così meglio, ovvio!) ma serve soprattutto per fare il punto della situazione, per capire quali difficoltà sono state incontrate e cercare insieme il modo di superarle.
Confrontandoci faccia a faccia (sono sempre disponibile telefonicamente anche se non è la stessa cosa) possiamo trovare insieme la soluzione e ripartire per riprendere il percorso che, ricordo, è normale che sia costellato di “cadute” e “intoppi”. Il mio lavoro consiste anche in questo, trovare il modo di aiutarvi.
Non venendo invece al controllo e rimandandolo si peggiora la situazione perché si tende a non ritornare nei parametri dietetici giusti per un periodo più lungo.
La continuità nei controlli, quindi, è fondamentale in un percorso di dimagrimento perché è il momento per eliminare gli ostacoli che tutti incontrano e non va vissuto con nessuna ansia da prestazione né vergogna.
Uno dei pensieri sabotatori più frequenti, legato a quest’aspetto, è quello dicotomico del tutto o nulla: o si segue la dieta al 100% oppure si manda tutto per aria se si “sgarra” un solo giorno. Riflettiamo su questo: se dopo una “caduta” diciamo “ok lasciamo perdere la dieta, tanto non ne vale la pena, ho già sbagliato” allora sicuramente non raggiungeremo l’obiettivo prefissato.
Se invece prendiamo consapevolezza del fatto che non siamo perfetti e questi errori fanno parte di un percorso di rieducazione alimentare (se non ci fossero, non avrebbe senso la rieducazione), ci perdoniamo e riprendiamo subito le nostre sane abitudini, allora l’effetto della dieta, vi assicuro, arriverà comunque.
Non è il singolo sgarro che non permette il raggiungimento finale degli obiettivi, ma una serie di cattive abitudini reiterate nel tempo.
Avete un po’ meno paura adesso?
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